evoluzione del pensiero/la teoria degli stadi di piaget

SVILUPPO COGNITIVO:
Quando si parla di sviluppo cognitivo si è soliti riferirsi al progressivo evolvere delle capacità intellettive che variano durante tutto l’arco della vita, mutando e perfezionandosi. Quindi, più nel dettaglio, lo sviluppo cognitivo consente di acquisire informazioni dall’ambiente per immagazzinarle, attraverso rappresentazioni mentali, che permettono di essere utilizzate in momenti successivi della propria esistenza. Le conoscenze acquisite durante l’interazione con l’ambiente esterno, sono costruite dal bambino, fin da dalla nascita, e sono arricchite con il procedere dell’età, sia quantitativamente sia qualitativamente. Esistono tappe diverse di acquisizione di capacità mentali per ogni fase di sviluppo. Si individua in questo caso un circolo che inizia e si chiude con il depotenziamento o involuzione delle capacità cognitive, che coincide con la nascita e l’invecchiamento dell’individuo, che raggiunge il picco massimo di acquisizione di informazioni durante la giovane età adulta. Ogni volta che si parla di sviluppo cognitivo solitamente si cita Jean Piaget, psicologo-pedagogista, che si è largamente occupato di questo argomento individuandone le diverse tappe di immagazzinamento di conoscenza. Secondo la teoria di Piaget le fasi di sviluppo cognitivo sono 5: 
 1. Fase senso-motoria, che varia dalla nascita ai 2 anni di età. Durante questa fase il bambino passa dall’uso dei soli riflessi, o istinto, alla ripetizione di una serie di comportamenti per osservare quali possano essere le conseguenze degli stessi prima sul proprio corpo, reazioni circolari primarie, e poi su oggetti facenti parte dell’ambiente esterno, reazioni circolari secondarie. Esattamente dall’ottavo mese il bambino verifica come gli schemi di comportamento producano, in interazione con l’ambiente, nuove informazioni. Inoltre, dai 18 mesi si manifesta il ragionamento simbolico, che permette di testare concretamente le conseguenze delle proprie azioni sull’ambiente esterno.
 2. Fase preconcettuale, dai 2 ai 4 anni di vita. Durante questa fase il pensiero è egocentrico, l’infante pensa che tutti possano conoscere i suoi pensieri o desideri, e potenzia il linguaggio attraverso l’acquisizione di maggiore lessico, ma non è in grado di passare dal ragionamento generale al particolare e viceversa. 
 3. Fase del pensiero intuitivo, varia dai 4 ai 7 anni di vita. Con l’avvento della scuola materna si ha un maggiore bagaglio di conoscenza, ma il pensiero non è ancora reversibile. Infatti, il bambino non è in grado di mentalizzare l’azione compiuta verso uno scopo o fine.
 4. Fase delle operazioni concrete dai 7 agli 11 anni. Durante questa fase aumenta la coordinazione tra le azioni compiute e il pensiero induttivo si evolve passando dal particolare al generale e viceversa, ma i processi cognitivi sono ancora legati alle azioni e quindi vincolati ad una fase puramente verbale.
  5. Fase delle operazioni formali dagli 11 ai 14 anni. Questo costituisce il periodo preadolescenziale in cui il ragionamento ipotetico-deduttivo permette di creare scenari puramente immaginativi e la messa in atto di vari tipi di azione, grazie ad un adeguato e costante equilibrio tra assimilazione e accomodamento. Durante questa fase si sviluppano: la capacità di giudizio, la relatività dei punti di vista, le operazioni sui simboli e l’attività di misurazione. Jean Piaget e la teoria dello sviluppo cognitivo: schema, assimilazione,  accomodamento, equilibrazione | MEDICINA ONLINE

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